psicologia

Dott.ssa Iliana Sardi

Psicologa Clinica, Psicoterapeuta sistemico-relazionale
Psicotraumatologia

Sostegno psicologico, consulenza e terapia ONLINE
Sedute in
lingua italiana, inglese e greca

-       Psicologa Clinica, Psicoterapeuta sistemico relazionale

-       Titolare dello studio di psicologia e psicoterapia “Alypìa”

-       Principale ambito di intervento e interesse: psicotraumatologia

-       Consulente per lo stress lavoro-correlato

-       Traduttrice (inglese, italiano, greco)

Gruppi di appartenenza

-       OPM (Ordine Psicologi Marche)

-       ESTSS (European Society for Traumatic Stress Studies)

-       ESTD (European Society for Trauma & Dissociation)

-       NPSA (International Neuropsychoanalysis Association)

-       SIPLO (Società Italiana di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione)

-       SIPEM (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza)

 

Formazione 


Il percorso in psicologia
 

Il mio percorso in psicologia inizia in Bulgaria dove mi sono laureata nel 2001 in Psicologia Clinica e Counselling e come traduttrice di lingua bulgara. Lavorando con il professore Ivan Dimitrov e studiando il lavoro di Paul Torrance ho avuto l’occasione di approfondire il pensiero creativo del bambino inteso come indipendenza, determinatezza, mentalità, giocosità, comunicazione e motivazione. Se volete conoscere il lavoro di Paul Torrance esiste un breve video su YouTube.

Dopo la laurea ho lavorato in Grecia per un anno come psicologa assistente in neuropsicologia per la Associazione Greca per l'Alzheimer e altre Demenze. Mi occupavo di diagnosi differenziale nell’ospedale e in una casa di cura a Salonicco. Nel 2002 ho seguito in Olanda un Master in Psicologia della Salute. Lavorando con il professore Jos Brosschot ho conosciuto il mondo delle neuroscienze. Di seguito ho pubblicato un lavoro sugli effetti della frequenza cardiaca elevata sulla rabbia, lavoro che ho presentato il 2004 al 18o Convegno Europeo della Società della Psicologia della Salute a Helsinki. Da questa collaborazione è nato negli anni anche il mio interesse per la teoria polivagale.  La mia prossima esperienza è stata in Gran Bretagna, prima in Inghilterra come educatrice per bambini con autismo grave presso la scuola residenziale Progress Care & Education e dopo in Galles come ricercatrice in disabilità intellettive nell'Unità per lo Sviluppo delle Disabilità Intellettive e dello Sviluppo presso l’Università di South Wales (ex Università di Glamorgan). Un esempio della ricerca che svolgevo lo potete trovare a questo link. 

Come ricercatrice ho avuto l’opportunità di insegnare agli studenti di infermieristica gli aspetti psicologici nelle disabilità intellettive e formarmi ulteriormente nella ricerca qualitativa frequentando il Master in Ricerca in Scienze Sociali e approfondendo l’analisi qualitativa dei dati. Contemporaneamente ho iniziato la Specializzazione in psicoterapia sistemico-relazionale presso il Family Institute di Cardiff in Galles. Ho avuto l’opportunità di formarmi in approcci sistemici applicati nel lavoro con persone con disabilità intellettive quando ancora si conosceva molto poco in questo ambito. La mia prima formazione è avvenuta tramite il lavoro di Sandra Baum e Henrik Lynggard. In Italia sono arrivata nel 2009. Ho conseguito vari corsi post-universitari negli ambiti di psicanalisi lacaniana, DSA, psicologia giuridica, psicodiagnosi clinica e psicotraumatologia e ho completato la mia formazione in Psicoterapia sistemico-relazionale presso la scuola di specializzazione ISCRA, che mi ha dato l'opportunità di pubblicare il lavoro "Da Creato a Creatore: Riflessioni sull'uso dell'approccio sistemico come strumento di prevenzione in coppie non cliniche con bambini" nella rivista Maieutica. Dal 2016 ho fondato lo studio privato di psicologia e psicoterapia  Alypìa dove lavoro ad oggi. 

 

Psicotraumatologia e neuroscienze

Negli ultimi anni ho maturato un interesse per le neuroscienze e la psicotraumatologia. Per comprendere e curare meglio il trauma psichico ho frequentato il Master in Psicotraumatologia Relazionale presso l’Istituto di Terapia Familiare a Bologna. Per approfondire il mio interesse in neuroscienze e tenermi aggiornata in questo ambito dal 2005 seguo il lavoro dell’Associazione di Neuropsichoanalisi, Npsa. Parallelamente mi sto formando con i corsi di Nicabm (National Institute for the Clinical Application of Behavioral Medicine). Alcuni autori che seguo negli ultimi anni sono Bessel van der Kolk, Pat Ogden, Peter Levine, Stephen Porges, Dan Siegel, Ruth Lanius, Ron Siegel, Janina Fisher, Frank Corrigan, Mark Solms, Jaak Panksepp, Antonio Damasio, Otto Kernberg, Antonio D’Ambrosio, Ulrich Lanius, Frank Putman, Marlene Steinberg, Philip Bromberg, Otto Van Der Hart, Daniel Siegel, Carlo Blundo, Massimo Ammaniti, Stefano Cirillo, Paola Di Blasio, Russell Meares, Francesco Greco, Glen Gabbard.  

Da gennaio 2023 mi sto formando sul metodo TIST (Trauma Informed Stabilization Treatment)Certificazione internazionale di Livello 01, modello di trattamento di stabilizzazione informato sul trauma elaborato da Janina Fisher. Il trattamento TIST è fondato su principi teorici tratti dalla ricerca neuroscientifica sul trauma. Il TIST combina interventi basati sulla Mindfulness con tecniche estrapolate dalla Psicoterapia Sensomotoria, dalla Terapia degli Stati dell’Io e dalla IFS (Internal Family Systems) in modo da poter affrontare le difficoltà cliniche presenti nella cura di pazienti con un ampio spettro di diagnosi: PTSD Complesso, disturbo borderline di personalità, disturbo bipolare, disturbi dissociativi, alimentari e dipendenze.

Da marzo 2023 ho iniziato il training per la Certificazione DBR (Deep Brain Reorienting) nel Trauma, nei Disturbi Dissociativi e di Personalità ideato da Frank CorriganIl DBR (Deep Brain Reorienting) è un approccio per l’intervento sul trauma che è stato riconosciuto a livello clinico avere particolare efficacia con pazienti che hanno disturbi traumatici severi. Il DBR fornisce una comprensione specifica dei diversi tipi di dissociazione post-traumatica e offre interventi basati su ipotesi neuro-scientifiche. Nel DBR il presupposto fondamentale è che il dolore prodotto dalla solitudine che vive il paziente sia parte essenziale del disagio residuo e gli interventi per la guarigione mirano a ridurlo. In linea con gli interventi che lavorano sulle memorie corporee, il Deep Brain Reorienting (DBR) lavora ad un livello ancora più profondo sulle sequenze di orientamento e sulle risposte affettive bloccate a livello mesencefalico. Fondato su basi neuroscientifiche solide, il suo utilizzo con i pazienti con disturbo di personalità, trauma complesso e disturbi dissociativi richiede una preparazione specifica. 

 

Neuroscienze e psicologia del lavoro 

Una passione lavorativa negli ultimi anni è la valutazione dello stress lavoro-correlato inteso come strumento per migliorare il benessere organizzativo. Anche in questo ambito cerco di approfondire il mio interesse nelle neuroscienze cercando di capire meglio quali sono le connessioni tra neuroscienze e vita in azienda per declinare solide indicazioni e suggerimenti. Secondo le ricerche più recenti, i modelli organizzativi non possono trascendere dallo studio della mente umana.  Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata. 

 

Lingue straniere e ricerca scientifica 

Oltre al lavoro clinico coltivo la passione per le lingue straniere e per la ricerca scientifica. Ho avuto l’opportunità di studiare e lavorare in varie realtà all’estero (Grecia, Bulgaria, Olanda, Germania, Inghilterra, Galles). Questa esperienza ha arricchito la capacità di coltivare relazioni interpersonali in ambiti multiculturali e multidisciplinari.

 

Pratica clinica 

Nel mio lavoro quotidiano mi occupo dell'individuo, della coppia e della famiglia con manifestazioni di disagi relazionali e di conseguenza fisici, emotivi, cognitivi e comportamentali. Negli anni ho accumulato diverse esperienze lavorando con persone con problemi di comunicazione e comportamentali, con famiglie disagiate, con problemi dell’apprendimento, con disabilità intellettive, con la terza età. La mia esperienza lavorativa in ambito clinico e di ricerca in sette paesi europei ha arricchito il mio bagaglio culturale e personale, e di conseguenza la padronanza del mio lavoro clinico.

 

Perché la psicoterapia relazionale? 

Secondo la Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale (SIPPR), l’approccio relazionale è uno degli orientamenti più diffusi in psicoterapia. Si indirizza con modalità diverse a terapie familiari, di coppia ma anche individuali, e l’applicazione dei suoi principi è stata estesa a gruppi di lavoro, scolastici e professionali. In questo approccio, definito anche sistemico, l’attenzione e l’intervento sono focalizzati sulle relazioni interpersonali, attuali ma anche remote nella storia individuale e familiare. Si ritiene che una riorganizzazione nei comportamenti interpersonali e nei vissuti individuali relativi alle altre persone possa non solo correggere errori e incomprensioni, ma anche favorire la scoperta e l’impiego di nuove risorse, capaci di migliorare non solo i sintomi, ma anche la qualità della vita. Le tradizioni scientifiche del modello relazionale sistemico risalgono agli anni 50; queste radici si sono sviluppate rinnovandosi e aggiornandosi in una storia di grande e stimolante complessità, a cui l’Italia ha dato e continua a dare molti contributi significativi.

 

Perché una terapia eclettica e trasversale?  

Nelle mie varie esperienze lavorative, come educatrice, ricercatrice e clinico, la scelta tra un approccio o l’altro non è mai stata assoluta. Già nel 2008 avevo scritto un articolo sulla trasversalità in psicoterapia e sulla terapia eclettica. Da allora continuo a formarmi in questa direzione. Potete leggere l’articolo (in inglese) in questo link.

Penso alla scelta dell’approccio terapeutico in termini del linguaggio verbale. Un bambino nasce in un contesto culturale concreto ed impara una madrelingua che gli viene insegnata. Bambini che nascono da genitori di nazionalità diversa hanno la fortuna di essere bilingui. Altri ancora, appassionati di lingue, nel corso della propria vita imparano diverse lingue, affini o no alla loro madrelingua, e diventano poliglotti. Per me è così anche in psicoterapia. C’è chi è monolingue e applica soltanto un approccio terapeutico, chi è bilingue e usa strumenti e tecniche di due approcci diversi, c’è chi, appassionato di comunicazione, è poliglotta e sposa nella sua pratica strumenti e tecniche di più approcci … Questo però non significa che una scelta sia migliore dell’altra, perché la ricerca scientifica ci ha mostrato più volte che quello che conta di più è l’alleanza con le persone che incontriamo nella nostra pratica clinica.



dott.ssa Iliana Sardi

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