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DCA - Disturbi del Comportamento Alimentare

2020-05-04 15:24

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DCA - Disturbi del Comportamento Alimentare

Perché il cibo? Potremmo chiederci, perché il corpo.

Perché il cibo? Potremmo chiederci, perché il corpo.


 


Perché abbiamo un corpo, ogni giorno ci svegliamo perché un corpo esiste e ci permette di esistere con le sue funzioni vitali, e dobbiamo imparare a portarlo, riconoscerlo, anche dove il suo rumore è voce dagli effetti invalidanti, blocchi, ingorghi, perdita di controllo, eccessivo controllo.


 


Il cibo è un oggetto, come il niente che mangia l’anoressica (cit. J. Lacan). Il cibo ha le proprie tradizioni, è fonte di nutrimento, necessità, strumento di condivisione e ritualità, oggetto di abitudine, uso e abuso. È il corpo ad assumerlo o farne a meno. E lo fa attraverso la bocca: masticare, non digerire, rigettare. Lo stesso organo, la bocca, il soggetto lo usa per prendere la parola o restare nel silenzio.


 


Il corpo è alleato, nostro simile, e anche terribilmente e incontrollabilmente altro. Ci mostra il peso sullo stomaco, lo materializza, questo peso, nella pancia, nelle gambe. Questo peso di cui abbiamo sensazione non sempre è materia, a volte è fatto di parole, strade che ci attraversano, angoscia che travolge. Il corpo se ne fa canale di diffusione e anche scudo, con i mezzi che ha. Il corpo spinge al cibo o arresta la spinta. Ma è il soggetto a scegliere, inconsciamente, di difendersi, difendere qualcosa del proprio desiderio inconscio, che non trova la strada per manifestarsi. Nasce un sintomo, che è una strategia, una trovata, non undisfunzionamento, quasi un funzionamento di livello superiore, criptato.


 


Un sintomo alimentare ha la voce di un grido senza parole. La sua messa in atto e la ripetizione, ci rivelano qualcosa di prezioso della verità di quel soggetto. Con la psicoanalisi lacaniana è possibile lavorare un sintomo osservandone la funzione, il funzionamento, il mal funzionamento. È un lavoro di precisione, che conduce alla scelta di una soluzione, anche sintomatica, ma meno nociva per il proprio corpo e più prossima al proprio desiderio. Lo psicoanalista propone uno spazio inedito al soggetto, dove portare parola e corpo nel racconto, l’amore e il dolore di esistere, la solitudine e il rapporto con l’Altro che ci ha attraversato, che sia stata una parola, un altro reale, il nostro stesso corpo.


 


Per Info: dott.ssa Michela Gorini, psicoanalista DCA


tel. 339 4849806


e-mail michela.gorini@alypia.it 


 


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